Pittura Murale: dipingere su parete, quali pennelli usare?


Pittura Murale: dipingere su parete, quali pennelli usare?

La dimensione dei progetti artistici è cambiata nel tempo, uscendo dalle tele di dimensioni tradizionali per allargarsi nei fuorimisura e migrare su muri interni e facciate di palazzi.

La bellezza diventa “democratica”, diventando strumento di cultura, per rivalutare aree degradate e mandare messaggi a qualsiasi passante sia in grado di leggerli.

L’arte accessibile a tutti non è una invenzione dei nostri giorni, ma nasce nella tradizione pittorica dall’inizio dei secoli.

Nella citazione da Wikypedia troviamo una definizione che ci aiuterà a diversificarne tecniche, usi e strumenti:

“ La pittura murale è una forma di pittura che si contraddistingue per l'applicazione dei pigmenti su uno specifico supporto fisico: la muratura.

In realtà, nella pratica corrente, il termine comprende una categoria molto più vasta. Infatti, con "pitture murali" si indicano tutte le pitture realizzate sulle superfici di strutture architettoniche, o parti di esse, a prescindere che esse siano realizzate in muratura o con altra tecnica costruttiva (ad esempio: volte lignee, muri in terra, ecc.) “

Genericamente può essere indicata con il semplice termine "murale".

Pittura Murale: dipingere su parete, quali pennelli usare? - Borciani e Bonazzi


Le forme della pittura murale - Borciani e Bonazzi

Le forme della pittura murale

Forme particolari di pittura murale sono le seguenti: pittura a tempera e tinteggiature, pittura decorativa ad encausto, decorazioni effetto trompe d’oeil, murales, graffiti e writing.

E sicuramente ce ne saremo dimenticata qualcuna!

Accomunate solo dal fatto di essere realizzate su parete, queste tecniche si sono sviluppate attraverso le sapienti mani di artisti che vi si sono dedicati nel tempo, ognuna con caratteristiche e materiali di utilizzo completamente differenti.

Sempre più spesso oggi ci capita di dipingere, e di “decorare” superfici non preparate alla pittura, che possono essere ruvide e porose, dalle pareti fino al legno grezzo, la terracotta ed altri materiali meno convenzionali.

Se per l’utilizzo standard delle colorazioni di fondo abbiamo degli strumenti di ottima qualità, creati ad hoc per i professionisti del colore e del ‘pennello grande’, tutto cambia nel momento in cui dobbiamo lavorare con un tratto definito e preciso, con la riproduzione di una immagine e dove vogliamo avere degli strumenti adatti e che soprattutto si mantengano nel tempo.

L’abrasione data dai fondi porosi spesso determina l’apertura delle punte ed il deterioramento delle setole, e si correi il rischio di non avere più il tratto desiderato oltre che di rovinare il nostro pennello.

A questo si può ovviare scegliendo lo strumento più adatto, con il filato più appropriato e preferendo la qualità di fibre sintetiche spesso studiate appositamente e quindi dotate di maggiore resistenza all’usura e migliore tenuta di forma; fibre diverse in base alla tecnica scelta.



Breve storia della pittura murale

Fin dai primi esempi di civiltà le immagini, ancor prima della parola, sono state le espressioni del vivere umano; si potrebbe dire che sono nate con l’uomo e la sua volontà di lasciare una traccia.


Breve storia della pittura murale: le origini - Borciani e Bonazzi

I primi esempi di pittura murale conosciuta sono appunto stati ritrovati su pareti: caverne e grotte decorate con scene quotidiane di caccia utilizzando semplici carboni o argille mescolate ad acqua, sono il primo esempio di “arte divulgativa” e vengono chiamati “Pitture Rupestri”; immagini semplici, volte ad educare i più piccoli e le generazioni a venire, creando una storia da lasciare ai posteri.

Con l’avvento delle civiltà più complesse, dai Sumero Babilonesi alle civiltà orientali, fino alle dinastie Egizie, la pittura murale diventa modo per omaggiare le divinità con immagini iconografiche: le decorazioni delle pareti maestose tombe sopravvissute fino ai giorni nostri sono opere d’arte dall’inestimabile valore, spesso realizzate ad encausto, cioè con l’utilizzo di oli e cere mescolate ai pigmenti e rese permanenti con un ferro a caldo per aumentare l’assorbimento del colore nella parete.

Tecnica utilizzata ancora oggi dai decoratori di edifici d’epoca per la realizzazione di finti marmi praticamente eterni e dall’aspetto lucido e compatto.

Nello stesso periodo la civiltà romana si cimenta con la tecnica dell’affresco e del graffito: la prima con l’applicazione di pigmenti diluiti su una base di malta in fase di asciugatura, per realizzazioni praticamente permanenti, la seconda con la raschiatura di uno strato di malta colorata su una base asciutta di colore diverso.

Il Medioevo fa della pittura murale la propria risorsa di divulgazione della religione; chiese, cattedrali e cappelle si riempiono di fantastici affreschi realizzati dai maestri dell’epoca come Giotto e Masaccio, solo per citarne alcuni. Opere meravigliose che mescolano storie illustrate della Bibbia e dei Vangeli a scene quotidiane, che ci regalano ancora oggi emozioni e timor divino.

I grandi Mecenati del Rinascimento assoldano i migliori artisti quali Mantegna, Raffaello e Michelangelo per adornare di pitture murali ad affresco le cappelle e le stanze dei loro palazzi creando capolavori conosciuti in tutto il mondo;


La Cappella Sistina ne è forse l’esempio più eclatante, anche se la Camera degli Sposi nel Palazzo Ducale di Mantova realizzata da Mantegna è forse una delle prime decorazioni eseguite con soggetti privati come abbellimento delle magioni. L’arte torna ad essere privilegio di pochi e fruibile dal popolo solo nelle grandi occasioni.

I soggetti possono essere religiosi e celebrativi e la maestria degli artisti non ha eguali, tanto da creare una vera e propria corrente artistica di decorazioni di altissimo livello per tutta Europa.

È nel Manierismo che questa corrente si sviluppa enormemente, diventando tradizione delle Corti dei nobili; tanti e rinomati sono gli artisti che si occupano della pittura murale tra la fine del 500 ed il 700.

Una piccola pausa in epoca di scoperte e rivoluzioni privilegia le tele, di migliore facilità di trasporto e le grandi commissioni delle pitture ecclesiastiche. Bisognerà attendere la grande rivoluzione della pittura murale messicana per dare nuova vita alla pittura murale.

Le grandi raffigurazioni di affreschi, posti all'esterno degli edifici, facevano parte della tradizione preispanica. La rivoluzione messicana spinse gli artisti nei primi del 900 a recuperare questa forma espressiva, trovandola adatta a essere compresa dal popolo e a veicolare il messaggio della rivoluzione.

Breve storia della pittura murale: cappella sistina - Borciani e Bonazzi

I maggiori esponenti di questa corrente come Diego Rivera, Orozco e Siquieros fanno della pittura murale dichiarazioni di libertà a “grande schermo”, adatta alla fruizione anche del più povero campesino. Opere enormi e didattiche, portatrici di messaggi sociali, che illustrano la vita difficile dell’uomo comune e gli orrori della guerra, decorano i palazzi municipali e le strade, predecessori dei movimenti Urban di questo secolo.

Oggi la pittura murale è conosciuta da tutti; un upgrade importante è stato riconoscere nelle opere degli Street Artist un alto valore artistico e creativo.

Spesso malgiudicati dal perbenismo del classicismo architettonico, vantano tra i propri adepti degli artisti di altissimo livello che hanno riportato la pittura murale, a volte realizzata con bombolette spray altre con tecnica mista di spray e pennello, ad essere parte del nostro vivere quotidiano.

Valorizzare con la bellezza paesaggi architettonici e strade in degrado, porta tutti noi ad avere a che fare giornalmente con la pittura; e se per alcuni è solo decorazione, per tanti altri è la valorizzazione di un messaggio e di un territorio, oltre che di spazi privati.

La pittura murale accompagna i nostri bambini nelle aule della scuola materna e li educa ad amare l’arte e le sue rappresentazioni di colore e libertà, si trasforma in comunicazione nell’età adolescenziale e diventa espressione pura di ideali e tecnica rappresentativa in età adulta.



Pittura murale: come dipingere su parete?

Come premesso le tecniche della pittura murale sono tante e molto diverse tra loro; una piccola guida di elementi base, magari scontati può essere di aiuto ai neofiti.


Pittura murale: come dipingere su parete? - Borciani e Bonazzi

Cominciamo con il considerare il supporto base, la muratura: di mattoni, cemento o impasti vari di inerti, le pareti sono tendenzialmente molto porose, assorbenti e ruvide, a meno che siano opportunamente trattate a gesso.

La rugosità del fondo e l’abrasione dei movimenti pittorici rovina velocemente le punte dei pennelli, a meno che non si scelgano quelli adatti.

La preparazione ottimale per una parete da dipingere con qualsiasi tecnica, a parte l’affresco, è da rubare ai professionisti delle tinteggiature civili e industriali; una mano di isolante acrilico o vinilico permetterà ai colori di non essere completamente assorbiti dal fondo, ottimizzando sia l’utilizzo che la resa finale e la durata nel tempo.

Le pareti sono un supporto verticale e quindi non si può non considerare la forza di gravità se vogliamo applicare dei rilievi: stucchi, colle e malte acriliche di media densità potranno essere applicate per mezzo di spatole, andando a dare spessore poco per volta, e considerando le lunghe asciugature. Lo stesso colore dovrà essere semidenso o molto liquido per i primi passaggi, per evitare colature.

Le dimensioni di un soggetto da trasferirsi nella pittura murale sono difficili da mantenere, e per ovviare a questo inconveniente si può optare per soluzioni differenti: anticamente si preparavano “cartoni” cioè soggetti in dimensione reale disegnati su carta, in cui la linea di riferimento veniva forata e trasferita sul muro con uno SPOLVERO, ottenuto passando terra rossa sui fori.

La quadrettatura del soggetto base, che viene dimensionata con una quadratura della parete, è la tecnica più semplice, se non si considerano i moderni proiettori che permettono un disegno perfetto calcolando angolazioni e fuoco.

Gli strumenti come i pennelli, dovranno permettere all’artista una discreta visione d’insieme, e quindi saranno a manico lungo e di ampiezza maggiore per riuscire a dipingere in grandi campiture. I pennelli per scenografia, ad esempio, hanno un manico estremamente lungo, dai 60cm al metro, per permettere la vista generale ed un tratto guidato dalla gestualità corporea.

I colori da utilizzare dovrebbero avere una rapida asciugatura, per evitare che lo sfregamento sulla parete li possa danneggiare e rovinare il soggetto, e sono ampie le scelte tra colori acrilici, veloci ed elastici e irreversibili una volta asciutti, colori vinilici, elastici e generalmente coprenti già con la prima stesura e colori a calce, mescole di pigmenti e calce silossanica, che vengono assorbiti perfettamente dal fondo e diventano resistenti alle intemperie.



Pittura murale: cosa scegliere tra pennelli in pelo e sintetici?

Parlare dei pennelli per la pittura murale è differenziare le tecniche di applicazione del colore; come abbiamo premesso l’abrasione del fondo ruvido e poroso tende a rovinare velocemente le fibre dei pennelli e la tenuta delle punte, soprattutto nei passaggi di preparazione dei fondi.


Pittura murale: cosa scegliere tra pennelli in pelo e sintetici? - Borciani e Bonazzi

Se la nostra scelta cade su pennelli in pelo naturale, prediligiamo la setola: resistente e rigida, riesce a spostare il colore e ad avere un buon assorbimento dei liquidi di diluizione, ma spesso fatica a soddisfare le richieste di precisione di un Trompe d’oeil, di una decorazione dettagliata su legno o di una macro calligrafia murale.

La punta potrà essere preservata nel tempo con una buona manutenzione e con l’utilizzo del sapone vegetale. Il manico più adatto sarà lungo, per dare ampiezza al tratto e le dimensioni della punta adatte alle grandi campiture.

Se invece sceglieremo le fibre sintetiche, bisognerà individuare quella più adatta a supportare il contatto con le superfici ruvide ed assorbenti su cui andremo a decorare.

Prediligiamo la fibra sintetica prugna, elastica e rigida, con poco assorbimento d’acqua, per realizzazioni precise e definite, con tratti medio corti.

Ideali per il riempimento delle campiture di base e per linee definite, i sintetici avranno una maggiore durata nel tempo con costi minori.

Nella linea di pennelli sintetici di Borciani e Bonazzi scopriamo una fibra particolare, alternativa e trasversale a molte tecniche: si chiama Silver, ed è un filato rigido ed elastico, grosso ed estremamente resistente.

La particolarità è che le fibre sono cave, e permettono tratti lunghi, definiti e precisi quanto il sintetico prugna, con maggiore lentezza nel rilascio d’acqua ed estrema assorbenza. L’abrasione non scalfisce il filato Silver e ci permette di lavorare con ampie diluizioni d’acqua, acrilici e smalti, mantenendo la forma nel tempo con un eccezionale assorbimento della diluizione visibile sulla punta del pennello, che cambia immediatamente colore “bevendo” l’acqua.

I pennelli della linea Unico Silver 810 punta tonda, 811 punta piatta e 812 lingua di gatto stondata, sono ideali per lavorazioni su fondi ruvidi con linee lunghe e precise, da ottenersi con colore mediamente diluito; una buona manutenzione e l’asciugatura a testa in giù sospesa, che aiuta lo scarico del colore dalle fibre cave, manterrà le punte perfette nel tempo.

Il manico ha una forma brevettata per abbassare le tensioni delle articolazioni della mano, permettendo lunghe ore di lavoro senza stress, e diventando gli strumenti più adatti alla pittura su fondi porosi e decorazione murale.

Per le rifiniture del soggetto murale, possiamo utilizzare dei pennelli in fibra sintetica oro, elastici e resistenti eppure morbidi: ideali per lavorazioni di finitura, ci permettono linee di media lunghezza, e dettagli precisi. Il manico da prediligere sarà lungo per la visione verticale dell’opera e le misure di riferimento da scegliere in base al lavoro da effettuare.


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