La tecnica della gouache o guazzo
La tecnica della Gouache o Guazzo
La tecnica del guazzo o, detto alla francese della gouache, che sempre più sta prendendo piede nelle tecniche artistiche “ritrovate”.
La tecnica del guazzo è una tecnica di pittura molto antica adottata da molti pittori europei già nel 1300, dove era impiegata dai miniaturisti amanuensi per far risaltare l’oro sulle illustrazioni.
I grandi pittori decoratori italiani ne hanno fatto un grandissimo uso per gli abbozzi dei grandi affreschi nei palazzi del Rinascimento. Nel Settecento si diffondeva in Francia e nell’Ottocento veniva impiegata largamente per la realizzazione di cartelli pubblicitari.
Cosa è la gouache?
La caratteristica principale della Gouache è la finitura con una resa perlacea molto simile alla pittura ad olio, che dona grande luminosità al dipinto, ma i colori schiariscono notevolmente con l’asciugatura e ciò rende difficoltoso trovare la giusta tonalità di colore.
Pittura non permanente, che può essere rimossa o modificata con aggiunta di acqua, a base di un pigmento che possiede le stesse caratteristiche della tempera, la cui somiglianza gli è valsa il nomignolo di “tempera magra” al quale viene aggiunto gesso o biacca insieme ad un composto di gomma (arabica, adragante o di origine animale). Un’opera a guazzo, a prima vista, può essere benissimo confusa con un dipinto a olio. La soluzione finale è un pigmento con un colore leggermente più opaco della normale tempera, che infatti ha creato l’appellativo di “tempera magra”.
Diluibile in acqua, inodore e di rapida essicazione, per la sua composizione ha un’alta caratteristica di reversibilità, e quindi permette ritocchi all’interno del colore già steso ed asciutto, e sfumature pari a quelle della pittura ad olio, in variante opaca. La resa finale è molto coprente e satinata. La sua luminosità, data dal caratteristico colore perlaceo, deriva proprio dall’aggiunta della biacca o gesso.
Questa tecnica viene ancora felicemente impiegata nella produzione di dipinti, bozzetti, papier paint e negli attuali ambienti scenografici. La sua composizione consente al colore di acquisire maggiore consistenza e di passare agevolmente dal colore scuro al colore chiaro mediante l’aggiunta di bianco.
Le stesure si possono sovrapporre da asciutte e si mescolano in superficie ottenendo delicate sfumature tra un tono e l’altro.
Per dipingere a guazzo è sufficiente una tavolozza di otto colori: nero d’avorio, blu cobalto, terra d’ombra naturale, terra di Siena bruciata, rosso cadmio, giallo Napoli, verde smeraldo, ocra gialla ed infine il bianco di zinco che si utilizza per schiarire i colori al posto dell’acqua che si impiega con le tempere.
All’estero spesso il termine gouache viene indicato per la tempera, mentre la presenza di gomma arabica nella composizione (presente anche come legante nell’acquerello) rende questo tipo di pittura più elastica e molto diluibile in acqua senza perdere di intensità cromatica; se volessimo necessariamente dare una definizione potrebbe essere definito come un acquarello coprente e concentrato.
Ottimale su progetti lunghi, perché può essere reidratato ed utilizzato più volte. I problemi che da sempre questa tecnica trascina con sé sono tre:
- Il pigmento che viene steso sul supporto ha un colore che cambia con il processo di essiccazione, il gesso tende a schiarire la tonalità di quasi 2 toni, quindi quando si lavora in più riprese occorre tenerne conto.
- Bisogna fare attenzione allo spessore dello strato da stendere, perché si formano delle microfessure, date dalla quantità di gesso all’interno della composizione, che rimangono anche dopo l’essiccazione, togliendo uniformità e bellezza al dipinto.
- Attenzione anche al supporto su cui si dipinge, che deve essere molto assorbente, come carta, cartone, terracotta o legno preparato con del gesso acrilico, per fare in modo che la gouache non si stacchi.
Quali pennelli sono ideali per la tecnica della gouache?
Ti consigliamo di visitare la sezione dedicata ai pennelli per gouache per scoprire i pennelli più adatti per questo medium.In ogni caso, volendo approfondire, Il pennello ideale è in base all’effetto pittorico che si vuole ottenere;
Infatti con l’aggiunta di una sostanza chiamata acquapasto che si può miscelare al colore, lo si rende più consistente, quasi materico, accorciando ulteriormente i tempi di asciugatura, ma creando le caratteristiche creste tipiche della pittura spessorata ad olio.
Se quindi vogliamo utilizzare un colore corposo, dall’altro impatto pittorico, possiamo dipingere con i tradizionali pennelli in setola o con le alternative sintetiche: fibre e filati semirigidi come quelli che si trovano nella categoria di filati sintetici “Gli Extra forti”, che spostino il colore denso e che lascino la traccia nella materia colore.
Ideali per una tecnica pittorica più definita e sottile sono le serie di pennelli naturali e pennelli sintetici morbidi e definiti, che non lascino tracce ma siano in grado di spostare il colore grazie alla loro elasticità.
Per i sostenitori del pelo naturale le serie 105 e serie 107 Borciani e Bonazzi in martora, ma non solo, anche il bue extra fine della serie 75 Borciani e Bonazzi sono una garanzia, trattandosi di una resa particolarmente coprente che deve essere “tirata”.
Per chi invece predilige la fibra sintetica si consigliano le linee in sintetico oro fine e le imitazioni sintetiche di martora e mangusta, versatili e cruelty free.
Grazie alle fibre molto morbide, elastiche ed assorbenti si prestano molto bene per la gouache in finitura pittorica simile all’olio diluito, donando la finitura perlacea che ci piace così tanto. Per le campiture maggiori si possono utilizzare le pennellesse in morbido filato bianco della serie 300, e le pennellesse in sintetico oro fine.
La gouache non lascia traccia sulle fibre, ed è perfettamente reversibile in acqua ma ideale è utilizzare una serie di pennelli solo per questa tecnica. I pennelli sono lavabili con acqua tiepida o fredda, e per mantenersi meglio nel tempo ed eliminare gli eventuali residui di pigmento, è consigliabile usare il sapone vegetale Borciani e Bonazzi nella pratica scatola in alluminio.